Perché la forza del branco è il lupo, e la forza del lupo è il branco.
— Rudyard Kipling
 
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Tutto nasce a teatro, dall’incontro. Quale miglior luogo per parlare di incontro: incontro tra persone, tra culture, tra tempi, tra tradizioni, tra differenti linguaggi. Una sera una persona, un visionario, viene a vederci a teatro. Il giorno dopo non perde occasione per convocarci in ufficio: “Perché non pensate a una formazione per gruppi, aziende e liberi professionisti, innovativa, sperimentale, che possa partire dalla testimonianza e dalle regole del teatro?”

Lykan nasce dalla forza di un gruppo di attori e registi professionisti,

gruppo consolidatosi grazie a diverse collaborazioni artistiche

 
 

Le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e le incognite legate alle incertezze ambientali, politiche, economiche e sociali aprono scenari inediti, ricchi di opportunità, per le organizzazioni e per le persone. Vi è oggi un diffuso richiamo alla qualità, al bisogno di senso, alla valorizzazione delle diversità, alla ricerca di equilibrio, alla capacità di relazionarsi, alle soft skills, all’ascolto e alla capacità di convivere con la propria emotività. I paesi più attenti e sensibili, le organizzazioni profit e no-profit più innovative, i manager più illuminati, gli scienziati e i ricercatori più all’avanguardia lavorano da tempo su queste nuove aree: e gli studi più seri confermano che vi è un bisogno crescente e nuovo di formazione. 

Una formazione che da un lato ridia il giusto spazio al sapere (conoscenze) e al saper fare (capacità), ma che sia sempre più orientata al saper essere, a quella spinta dell’essere umano a voler dare senso alla vita, al proprio tempo di vita: parliamo dei comportamenti, degli atteggiamenti, dello stile personale, dello stare in relazione con sé stessi e con gli altri. Anche il lavoro cambia, verso un ampliamento dei suoi contenuti relazionali, immateriali, intangibili, di creatività e di iniziativa personale: a tanti, oramai, non è più solo richiesto il cosiddetto “mestiere”, mix di abilità ed esperienza. E così diventano decisive quelle capacità e quelle opzioni che alcuni studiosi associano al diritto di partecipazione, al riconoscimento, alla stima, alle relazioni sociali, in quanto strumento di sviluppo economico, mediante la propria e altrui libertà. Il saper essere sviluppa consapevolezza e, quindi, identità, specialità, peculiarità. La formazione può svolgere un ruolo importante, rinnovato. Ma va ripensata, trasformata, ribaltata.

Quello che emerge in modo sempre più prepotente è la necessità di modalità più innovative, più coinvolgenti, più idonee a innescare nelle persone non tanto un cambiamento in sé, quanto il significato del cambiamento, la sua convenienza, la sua bellezza.

IL GRUPPO

Lorenzo Parrotto ROBERTA AZZARONE

amministratori delegati e soci fondatori

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COSIMO FRASCELLA GIORGIO SALES FRANCESCO PETRUZZELLI

GRAZIA CAPRARO Riccardo parravicini LUCA CARBONE

Valeria rossi puentes Chiara di iasio MARESA PALMACCI


Uno dei temi chiave è la consapevolezza dell’utilità del cambiamento 

Cambiare, vedere le cose da più prospettive, ascoltare i segni, rende le persone più aperte, attente, umili, allenate a mettere in conto gli imprevisti, capaci di prendere non la decisione perfetta, ma la migliore possibile. L’essere umano è portato a difendersi dalle minacce di cambiamento: e con troppa frequenza, i decisori politici, istituzionali, aziendali, sono spinti a credere che il cambiamento si possa imporre, agitando lo spauracchio delle crisi e delle trasformazioni epocali. La formazione invece può diventare importante se diventa foriera di una capacità di scelta, se viene percepita come una opportunità, un’occasione di evoluzione personale e collettiva. Una rivoluzione che dovrà sempre più esaltare il ritmo, l’intensità, il mix ben dosato fra teoria e pratica, la contaminazione fra saperi, i tempi della formazione. E trasformarne gli spazi e gli strumenti: non più aule con le sedie disposte come a scuola, non più giornate cadenzate dagli orari di servizio lavorativo, non più slide e format omologati. Ma spazio al ri-disegno e alla ri-architettura dell’apprendimento. E soprattutto, utilizzo di nuove modalità comunicative. Che finiranno per essere sempre più decisive.

Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia.
— proverbio africano

Partiamo sempre da qui, dalla definizione di incontro che troviamo sul dizionario: imbattersi in una o più persone, per coincidenza fortuita o anche per volontà di ritrovarsi insieme. Spaziando però tra le infinite possibilità, citando alcuni personaggi, vogliamo riempire e caricare semanticamente sempre più lo stesso termine. Per Romano Luperini, scrittore e critico letterario, l’incontro è “un evento, un accadimento mosso da un movimento e un successivo interscambio di segni, non necessariamente di parole. E’ ciò che contribuisce a strutturare e sviluppare la trama di una storia”. E ancora per Massimo Baldini, filosofo e scrittore, l’incontro è importante perché “è un momento di autenticità, l’apparizione di un senso. […] Anche se avviene in un istante, e dura solo un istante, abbraccia la diversità caotica della nostra vita e le dà ordine, le conferisce significato.

In una delle sezioni presenteremo alcuni dei nostri progetti che vanno di pari passo ai nostri spettacoli. Idee e suggestioni che hanno sempre al centro di tutto le persone, le relazioni. Attività che nascono dalla voglia di unire diversi stili, diversi linguaggi, diversi codici che apparentemente nulla hanno in comune se non, come già detto più volte, l’incontro.

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